Gabbia GB: all’avanguardia nel mondo dell’apicoltura
Caratteristiche tecniche
- É formata da due gusci simmetrici in lamiera zincata, più due ganci che permettono un ottimo e semplicissimo sistema di chiusura
- La rimozione è semplice e veloce perché anche in presenza di raccolto le api non costruiscono al suo interno
- Manutenzione e pulizia minima
- Può essere sterilizzata a fiamma diretta
- È molto facile da gestire a magazzino date le caratteristiche di robustezza
- Il suo ingombro è quello di un telaino da nido
- Può essere utilizzata con 10 favi, quindi non occorre fare spazio nel nido eliminando un telaio.
Utilizzi e applicazioni
È stata creata per avere molteplici utilità, nel dettaglio:
- Contrastare la varroa mediante il blocco di covata
- Controllare lo sviluppo degli alveari in primavera
- Utilizzo nell’allevamento delle regine
- Blocco di covata per aumentare le produzioni (simulazione effetto sciame)
- Gestione della sciamatura
1 - Blocco di covata per contrastare la varroa
Ricercare la regina e ingabbiarla utilizzando un favo di covata mista. Spesso va benissimo quello su cui si trova la regina.
Aspettare 19 - 21 gg. max e poi effettuare la rimozione. In caso di orfanità (1/2%) inserire una regina feconda al momento della liberazione (19°/21°giorno).
Eliminare favo rimosso. Nel frattempo, in attesa del trattamento, rimuovere i melari se presenti.
Al 24°/25° giorno, dopo il controllo covata (per verificare la presenza di uova) intervenire con acido ossalico.
É piuttosto raro trovare casi di orfanità, ma per evitare di fare strade inutili, portare con se qualche regina feconda (per l’apicoltore scrupoloso questo consiglio può essere superfluo).
Cosa non fare quando si ingabbia la regina?
- Utilizzare favi di sponda con miele e polline
- Utilizzare fogli cerei
- Utilizzare favi già costruiti a magazzino.
Perché non telaini di sponda? Perché non si avrebbe spazio sufficiente per la deposizione poiché essi sono spesso colmi di miele e polline.
Perché non il foglio cereo? Perché se ci fosse carestia di nettare, esso non verrebbe costruito bene né deposto.
Perché non favi già costruiti? Perché in questo caso dopo 10/12 gg. sarebbe completamente deposto e opercolato, e non svolgerebbe più la sua funzione di favo trappola.
Si ricorda che la funzionalità totale della gabbia GB si ha solo quando è sempre possibile una deposizione anche minima della regina. È fondamentale che rimanga covata ricettiva alla varroa.
L’utilizzo di un favo con covata mista, permetterà di mantenere questa situazione per tutta la durata dell’ingabbiamento.
Dalle prove effettuate, si è visto che la quantità di varroa intrappolata nel favo è davvero notevole, spesso si è arrivati a percentuali superiori al 70/80% di quella totale presente nell’alveare.
Una delle prerogative della “Gabbia GB”, è quella di non dover aspettare 24 gg. per effettuare il primo trattamento utile ad abbassare l’infestazione di varroa. Già dopo pochi giorni, il favo inizia a “lavorare” attirando a sé la maggior parte di varroa, intrappolandola sotto l’opercolo.
In questo modo le api adulte vengono meglio preservate dalle punture delle varroe in circolazione, problema che in alveari molto infestati crea notevoli danni, spesso irreversibili.
La seconda qualità ma non meno importante, è la salvaguardia della regina. Al momento della liberazione si può notare come spesso essa riprenda a deporre immediatamente sul primo favo che le capita favorendo una ripartenza veloce l’alveare.
L’accettazione delle regine è pressoché immediata e totale. In qualche caso 1 o 2% le regine sono state sostituite da celle reali, ma questo è stato dovuto a fattori fisici (anzianità o carenze varie).
2 - Sviluppo primaverile / Gestione della sciamatura
Utilizzare la “Gabbia GB” nei casi in cui si prevede uno sviluppo primaverile precoce.
Bloccando la regina per una settimana si riesce a controllare la deposizione, ritardando di circa 10 gg. la sciamatura. Utilizzando un favo di covata già costruito non si perde molto in termini di deposizione e si può lasciare ingabbiata anche 10 gg. Quando libererete la regina, avrete un favo di covata compatta e ben curata.
Una volta liberata essa avrà molto spazio vuoto a disposizione e le molte api nate nel frattempo, accudiranno meglio la nuova covata.
In questo modo possiamo evitare il congestionamento dei nidi, riducendo faticose visite per il controllo della sciamatura.
Sarà poi l’apicoltore stesso, a seconda delle zone in cui opera, a decidere le tempistiche e la durata dell’intervento.
3 - Allevamento delle regine
Utilizzando la “Gabbia GB” si possono allevare le regine senza orfanizzarele famiglie. Chi produce migliaia di regine certamente utilizzerà altre metodiche, chiaramente ci rivolgoiamo a chi produce in prevalenza miele e non vuole rinunciare a produrre qualche centinaio di regine per uso proprio.
- Utilizzare un favo di covata già costruito ma senza covata
- Introdurlo nella gabbia insieme alla Regina Madre
- Sistemare il favo al centro dell’alveare
- Dopo 3 / 4 giorni liberare la regina.
Avremo così a disposizione centinaia di larve della stessa età per effettuare il traslarvo. Il vantaggio di questo sistema sarà quello di non avere nascite anticipate sulla “stecca innestata”, fattore che spesso annulla il lavoro dell’allevatore meno esperto.
Prima di effettuare il traslarvo si individuano le famiglie più popolate dove si innesteranno le stecche con i cupolini.
Si procederà all’ingabbiamento delle regine e alla preparazione dello spazio per ospitare la stecca.
La gabbia con la regina va sistemata come primo favo di destra. La stecca con i cupolini deve essere inserita come terza di sinistra, tra due favi di covata nascente.
Eventualmente procedere con la nutrizione.
Dopo 10 gg., una volta preparati i nuclei di fecondazione, preleviamo le celle e inseriamole nei nuclei.
La regina deve essere immediatamente liberata, è possibile comunque liberarla anche il giorno successivo.
Il vantaggio di non avere l’alveare orfano ci offre la possibilità di poterlo gestire come un alveare in produzione a tutti gli effetti.
4 - Blocco di covata per aumentare le produzioni
È risaputo che per allevare un’ape occorre del nettare. In pochi sanno che per sfamare un ciclo di covata intero servono 2/3 kg. di miele per ogni favo.
Se pensiamo che in genere al mese di maggio all’inizio della fioritura dell’acacia si hanno le famiglie con 7/8 favi di covata, i conti sono subito fatti.
Circa 15 kg. di miele saranno utilizzati per nutrire la covata, e non verrà certo immagazzinato nei melari.
Utilizzando la gabbia circa 10 gg. prima del raccolto e per una durata di 8/10 gg., arriveremo alla fioritura con tutta la covata opercolata e pochissima covata da nutrire. Le api per diversi giorni avranno come unico lavoro quello di raccogliere e immagazzinare nettare.
Le tempistiche possono essere diverse a seconda della fioritura utilizzata e del tipo di conduzione che si vorrà fare successivamente. In ogni caso se fatto con criterio, questo metodo ha come fondamento quello di simulare il più possibile l’effetto sciame. Conosciamo benissimo il potenziale di raccolta di uno sciame durante una fioritura. Da esperienze fatte sulla produzione dell’acacia è possibile una produzione superiore del 15/20%.